Detalhes bibliográficos
Ano de defesa: |
2011 |
Autor(a) principal: |
Freitas, Claudia Rodrigues de |
Orientador(a): |
Baptista, Cláudio Roberto |
Banca de defesa: |
Não Informado pela instituição |
Tipo de documento: |
Tese
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Tipo de acesso: |
Acesso aberto |
Idioma: |
por |
Instituição de defesa: |
Não Informado pela instituição
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Programa de Pós-Graduação: |
Não Informado pela instituição
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Departamento: |
Não Informado pela instituição
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País: |
Não Informado pela instituição
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Palavras-chave em Português: |
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Palavras-chave em Inglês: |
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Palavras-chave em Espanhol: |
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Link de acesso: |
http://hdl.handle.net/10183/32310
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Resumo: |
Questa ricerca analizza gli studi che identificano un numero rilevante di bambini iperattivi nell‘Istruzione infantile della Rete Comunale delle Scuole di Porto Alegre. L‘enunciato scolastico produce una diagnosi e indirizza ai medici, ma con quale intento? Che cosa cambia nell‘organizzazione pedagogica a partire dalla diagnosi o dalla perizia medica? Che cosa segnala il corpo? Che cosa preannuncia il corpo? Le domande sono state tradotte in modo da organizzare il punto centrale dello studio: Che cosa accade con il sapere e il non sapere dell'istruzione rispetto ai Corpi Che Non Si Fermano? Per dare supporto alle ricerche, sono stati sviluppati alcuni concetti fondamentali. Il concetto di normalità, sulla base del pensiero di Canguilhem e Foucault, si associa al pensiero sistemico di Gregory Bateson. Considerando la continua articolazione tra normale e anormale, si cerca la costruzione del concetto di Disturbo da Deficit di Attenzione da Iperattività – DDAI, basandosi su riferimenti storici di costruzione di questi concetti e le evidenze per cui la diagnosi relativa a tali soggetti si presenta sottoforma di epidemia nel contesto analizzato. Un‘analisi cartografica dell‘attenzione, concetto anch‘esso centrale nella tesi, mette in evidenza l‘Attenzione intesa non come condizione preesistente, ma nel suo movimento circolare di invenzione, come effetto dell‘/nell‘apprendimento. Il lavoro di ricerca è stato sviluppato in particolare su bebè e bambini piccoli che integrano la Rete Scolastica Comunale di Porto Alegre, attraverso l‘attenzione ai discorsi degli Educatori Speciali che si prendono cura di questi bambini e prestano assistenza alle scuole. A seguito dei colloqui si è formata la composizione di gruppi di argomentazione che, sottoforma di piccoli titoli, vengono chiamati Nomi-Domande: Quando i bambini si fermano? Come ci si riferisce a questi bambini? Quali parole, che gruppi di argomentazione sono utilizzati? In che modo lo stato di abbandono si manifesta nei bambini, nelle famiglie e nei professori? Tra le evidenze, una delle più importanti è quella che identifica l‘iperattività associata a una dimensione di abbandono diretta non solo al soggetto bambino, ma a tutti i personaggi implicati nella rete. L‘abbandono, inteso come una forma acuta di sofferenza di diverso ordine finisce per produrre un‘esistenza di sofferenza. Tuttavia, a partire dal punto di vista diretto al contesto, si è osservato che i bambini in stato di abbandono, quando hanno ricevuto cure e attenzione personalizzate, hanno presentato un cambiamento che si traduce in possibilità di vita in comune e apprendimento nella scuola. |