De leite, névoas e chamas: a poética da memória em Umberto Eco e Chico Buarque de Holanda
Ano de defesa: | 2015 |
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Autor(a) principal: | |
Orientador(a): | |
Banca de defesa: | |
Tipo de documento: | Tese |
Tipo de acesso: | Acesso aberto |
Idioma: | por |
Instituição de defesa: |
Universidade Estadual Paulista (Unesp)
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Programa de Pós-Graduação: |
Não Informado pela instituição
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Departamento: |
Não Informado pela instituição
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País: |
Não Informado pela instituição
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Palavras-chave em Português: | |
Link de acesso: | http://hdl.handle.net/11449/132165 http://www.athena.biblioteca.unesp.br/exlibris/bd/cathedra/14-10-2015/000851809.pdf |
Resumo: | Il presente lavoro propone una discussione sulla narrativa memorialista attraverso lo studio di due opere letterarie, una brasiliana e l'altra italiana. Da un lato, si è analizzato il quinto romanzo del semiologo e scrittore italiano Umberto Eco, La misteriosa fiamma della regina Loana (2005), una edizione piena di illustrazioni che fanno riferimento agli anni di 1930 e 1940, presentando un panorama dell'Italia in quel periodo. Il protagonista, un bibliofilo, chiamato Giambattista Bodoni, perde la memoria personale, ma mantiene intatta quella libresca. Nel tentativo di recuperarla, passa a discutere il rapporto tra memoria individuale e memoria collettiva, soprattuto nell'ambito dei segni, in modo a espandere la discussione relativa a teme semiotiche. D'altra parte, abbiamo studiato il quarto libro del cantante, compositore e scrittore brasiliano Chico Buarque de Holanda, Leite derramado (2009), un'opera nostalgica che indaga anche i rapporti tra i due tipi di memoria. Il suo protagonista è Eulálio Montenegro D'Assumpção, un centenario carioca di famiglia aristocratica decadente che, in ospedale, sul suo letto di morte, ricorda eventi della sua vita personale, dietro i quali si disegna anche la storia del Brasile. Partendo del principio che i due romanzi, nel corso della loro narrazioni, dimostrano la capacità della memoria per registrare la propria storia e per la costituzione delle identità individuale e nazionale, cerchiamo di discutere, per mezzo di studi sulla memoria eseguiti da Santo Agostino (2004), Henri Bergson (1990), Maurice Halbwachs (2006), Paul Ricoeur (2007), Jacques Le Goff (2003), tra altri, le forme utilizzate da Umberto Eco e da Chico Buarque per il registro memorialistico, cercando di identificare e analizzare la loro rappresentazione nelle due opere attraverso i suoi simboli, per dimostrare che raccontando la storia, entrambe fanno un omaggio alla propria lette |