Detalhes bibliográficos
Ano de defesa: |
2016 |
Autor(a) principal: |
Petrognani, Claude |
Orientador(a): |
Oro, Ari Pedro |
Banca de defesa: |
Não Informado pela instituição |
Tipo de documento: |
Tese
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Tipo de acesso: |
Acesso aberto |
Idioma: |
por |
Instituição de defesa: |
Não Informado pela instituição
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Programa de Pós-Graduação: |
Não Informado pela instituição
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Departamento: |
Não Informado pela instituição
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País: |
Não Informado pela instituição
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Palavras-chave em Português: |
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Palavras-chave em Inglês: |
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Link de acesso: |
http://hdl.handle.net/10183/156406
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Resumo: |
Questa tesi tratta, a partire da una prospettiva antropologica, delle relazioni tra calcio e religione in Brasile. In particolare, si propone come obiettivo quello di comprendere una pratica dei calciatori brasiliani chiamata “fechamento”. Questo termine indica l’insieme di espressioni, corporali e verbali che i calciatori mettono in atto sistematicamente prima delle competizioni, e che si distingue da pratiche simili per la recitazione collettiva della preghiera del Padre Nostro. Da un punto di vista simbolico, l’ermeneutica del “fechamento” ci permette di raggiungere una comprensione che trascende l’oggetto in sé, rivelando una particolare visione del mondo (Geertz, 1989). A partire da una etnografia realizzata con i giocatori del settore giovanile dello Sport Club Internacional de Porto Alegre (RS, Brasile), integrata con il vissuto del ricercatore durante la sua lunga permanenza in Brasile, la tesi cerca di rivelare il significato profondo di questa pratica polimorfica che, per le sue caratteristiche intrinseche, si configura come un “bricolage religioso”, costituita da “pezzi” di vari elementi di credenze differenti, formando un mosaico (Bastide,1953-1970) di cui la matrice cattolico-cristiana costituisce il piano di fondo A partire da questa prospettiva, è possibile relativizzare l’impatto del neopentecostalismo nel calcio brasiliano (Rial, 2012; 2013), tenendo in considerazione la sua caratteristica “religiofaga” (Oro, 2015) o “antropofaga” (Almeida, 2003), ossia la propensione ad appropriarsi, risignificare e risimbolizzare elementi di credenze prese da altre religioni. Il caso del “fechamento”, tra i calciatori brasiliani, sembra essere emblematico di questo processo che, invece di rivelare la sua “faccia” neopentecostale, rafforza ancor di più il suo già alto grado di “bricolage religioso”. Dunque il “fechamento” come prodotto “sincretico” non sarebbe al servizio di una religione (neopentecostalismo) ma di tutte. Questo spiegherebbe il suo successo indipendentemente dalle appartenenze religiose dei giocatori. |